Bonding? Il legame tra mamma e bambino

Cosa c’è di più importante dell’acqua nei primi istanti di vita?
Una cosa c’è e durerà per sempre, nei secoli dei secoli, a…quamed 😛

Scherzi a parte, si chiama bonding!

Bonding

Per bonding neonatale si intende un forte attaccamento tra il genitore e il neonato, che viene raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità quando afferma che, immediatamente dopo essere venuto al mondo, il bambino dovrebbe stare attaccato alla pelle della mamma (skin to skin). Lo skin to skin è la base del bonding, anzi, è un elemento fondamentale perché si crei una relazione speciale tra l’adulto e il bebè.

Deriva dall’inglese “bond”, che significa attaccare, vincolare, incollare, cementare: a poche ore dal parto, la mamma dovrebbe allattare, cullare e abbracciare il proprio bimbo, in serenità e armonia.
Secondo le ultime teorie, quello che è davvero importante per lo sviluppo di un attaccamento cosiddetto sicuro, che renderà il bambino più equilibrato e fiducioso, è la capacità della mamma (o, meglio ancora, dei genitori) di “sintonizzarsi” sulle emozioni del piccolo, reagendo in modo accogliente ed empatico alla loro espressione.
Eh sì, avete capito bene: è essenziale proprio come l’acqua 😉

Gesti unici da fare subito

Ci sono due nascite:
La nascita del bambino e la “rinascita” della mamma
Entrambi stanno vivendo qualcosa di nuovo

  • il bebè si sta ambientando in un nuovo contesto completamente diverso da quello precedente. Se prima “galleggiava” beato nel liquido amniotico, ora sta combattendo contro la forza di gravità e un caldo e dolce abbraccio della mamma lo tranquillizza e gli ricorda l’utero; 
  • la mamma sta metabolizzando la situazione: dopo nove mesi impegnativi, il dolore del travaglio e del parto, si gode la nascita del figlio con serenità e gioia.

Il legame “bonding” si instaura dal momento del travaglio ai primi istanti dopo il parto.

Come?
Ecco una serie di gesti consigliati subito dopo il parto:

  • sorridere al bambino;
  • parlare con lui fin da subito;
  • stabilire il contatto pelle a pelle e accarezzarlo e coccolarlo.

Carezze, abbracci e sguardi agevolano la fuoriuscita della placenta, favoriscono l’allattamento e contribuiscono a creare un rapporto d’amore tra i due soggetti. Mamme attente, premurose, affettuose, vicine fisicamente e positive creano sicurezza e stabilità.

Gesti che si possono rimandare

Si sconsiglia il contatto con altre persone e stimoli fuorvianti come luoghi diversi dal corpo della mamma, voci e odori non familiari.
Il bonding risente di molte variabili esterne e interne ai due soggetti, come l’ambiente, le caratteristiche personali, il tipo di parto e lo stato di salute della mamma o del bambino.

Il bonding non finisce qui

Cari futuri genitori, il bonding continua anche dopo il parto.
Una volta arrivati a casa, sarete più tranquilli e potete svolgere delle normali azioni giornaliere che rafforzano il rapporto con il neonato:

  • compiere le azioni in tranquillità, parlare dolcemente, allontanare la fretta e accogliere la serenità;
  • mantenere un contatto fisico e visivo durante l’allattamento naturale o artificiale;
  • massaggiare e coccolare il bambino: il massaggio aumenta il benessere del piccolo;
  • confortare il bebè nel momento del bisogno;
  • rispondere sempre al neonato per imparare ad interpretare le necessità del bambino in modo efficace;
  • sorridere e parlare al piccolo guardandolo negli occhi; 
  • compiere azioni di intrattenimento come cantare, leggere dei libricini colorati e morbidi, fare semplici giochi; 
  • fare il bagnetto la sera;
  • Baby-wearing o marsupio terapia: portare i piccoli con sé per mantenere sempre un rapporto;
  • condividere l’attività fisica con il bambino: oltre alle passeggiate all’aria aperta, ginnastica e yoga col bambino aiutano i neonati a scoprire le funzioni e le capacità del proprio corpo.

Come mai è così importante compiere azioni e gesti nei primi istanti e nelle prime settimane di vita?

In questo arco temporale, il sangue materno è ricco di amore…
Ebbene si, avete capito bene! 

Vediamolo bene!

Sostanze “speciali

Il sangue della mamma è pieno di ossitocina, “l’ormone dell’amore”, e di una serie di ormoni come endorfine, adrenalina materna, adrenalina fetale e prolattina che raggiungono concentrazioni elevate nelle due ore successive al parto.
I risultati di un recente studio pubblicato sulla rivista Science Advances da ricercatori del Max Planck Institute per le scienze cognitive e del cervello di Lipsia, mostrano che effettivamente gli ormoni favoriscono empatia e sintonia nell’interazione madre-neonato.

Non solo sostanze speciali ma anche istinti nascosti…
In questo “periodo sensibile”, nei primi 60-90 minuti, è stato studiato che il neonato è tranquillo e molto attivo, e assorbe tutto ciò che lo circonda: rumori, odori e sensazioni. Sviluppa degli istinti nascosti che favoriscono la sintonia e complicità con la mamma, favorendo la comunicazione e le rispettive esigenze e richieste tra mamma e bambino.

Gli istinti nascosti altro non sono che i cinque sensi!

Tatto: nei primi 90 minuti di vita, lo skin to skin gli consente di percepire mamma e papà.
Olfatto: il neonato si sente al sicuro e riconosce la madre attraverso l’allattamento perché il primo latte prodotto ha lo stesso odore del liquido amniotico.
Gusto: percepisce il gusto del colostro (primo latte prodotto) e del latte. Le papille gustative si attivano entro il terzo trimestre di gravidanza.
Vista: appena nato riesce a vedere a una distanza di 17-30 centimetri dai suoi occhi, la distanza che lo divide dal viso materno quando viene allattato.
Udito: è fondamentale durante la gravidanza parlare al bambino perché il neonato riconosce la voce della mamma e anche quella del padre.

Il bambino comunica

Il neonato comunica i bisogni e cerca conforto attraverso il pianto e successivamente il sorriso. Pianto e sorriso vengono definiti “comportamenti di segnalazione”. Il pianto può segnalare la fame, il dolore o il dispiacere per l’allontanamento dalla madre.

Il neonato sorride quando è contento, non ha fame e non prova dolore. Il sorriso fa in modo che la mamma risponda, parlando al bambino, accarezzandolo o prendendolo in braccio, garantendo dunque stabilità alla relazione affettiva mamma-figlio. Il sorriso funge anche da rinforzo gratificante per la madre e la predispone a rispondere ai segnali del proprio bambino in modo positivo e tale da favorire una crescita armonica.

E il papà?

Fino adesso non abbiamo parlato di una figura altrettanto importante, quella del padre!
Il papà spesso si sente “superfluo” e meno importante rispetto alla mamma, anche dopo la nascita.
Oltre a dare un sostegno fondamentale alla mamma, il papà non dovrebbe essere escluso da questa relazione, anche per lui è bello (e importante), cominciare subito a conoscere il proprio piccolo e a prendersene cura.
Il bonding del papà ha proprio questa funzione, cioè quella di renderlo più partecipe e coinvolto nell’accudimento del bambino, sentendosi protagonista esattamente come la madre. In alcuni casi, quando la mamma si deve riprendere da un parto complesso, il papà “subentra” alla mamma nel primo contatto skin to skin.
Come?
Tenendo il bimbo sul petto nudo, come farebbe la mamma. Una sensazione unica che porterà per sempre nel cuore.
È importante ricordare che il neonato riconosce la pelle, l’odore e la voce della mamma e anche quella del papà, che ha parlato con lui durante tutta la gravidanza.
Ecco alcuni consigli che il papà dovrebbe seguire per favorire un forte legame con il suo bambino:

  • Essere presenti durante i nove mesi. Il papà dovrebbe accompagnare la futura mamma alle visite, guardare insieme le prime immagine delle ecografie ma soprattutto creare un legame con il futuro figlio toccando e accarezzando il pancione e parlando dolcemente al feto.
  • Visualizzare e immaginare sé stessi nel nuovo ruolo di papà
  • Essere presenti durante il parto
  • Partecipare attivamente alla routine quotidiana: prendersi cura del bambino, parlare, cambiare i pannolini, fare il bagnetto, addormentarlo e sostenere la mamma durante l’allattamento
  • Fare le passeggiate con la carrozzina e passeggino
  • Muoversi in casa tenendo il neonato in braccio

C’è un altro legame indissolubile…quello dell’acqua😛

Scherzi a parte, negli articoli “Cosa bere e quanto bere in gravidanza?” e “I benefici di una corretta idratazione in gravidanza” abbiamo parlato di quanto è importante promuovere l’idratazione quando la donna “ospita” un nuova creatura e i benefici che ne conseguono. Inoltre, nell’articolo “Che acqua vogliono i nostri piccoli?”, abbiamo evidenziato che il neonato ha bisogno di circa 800 ml di acqua al giorno dai 6 mesi in poi, ovvero quando inizia ad assumere i primi cibi solidi. La quantità consigliata deve essere calcolata tenendo in considerazione tutti i nutrimenti del bambino: latte e alimenti complementari. Il pediatra sa dare le corrette indicazioni, tenendo conto delle singolarità di ogni neonato.
Solitamente si consiglia un’acqua con un basso residuo fisso, non superiore ai 140 mg/l, ma è bene chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.
L’acqua rimane fondamentale per la vita delle cellule e per il trasporto delle sostanze nutritive ai vari organi e muscoli.

Aquamed rafforza il profondo legame tra genitori e neonato!
Aquamed ci sarà sempre per il tuo bambino, in ogni fase della sua vita.

Con i nostri dispositivi, puoi regolare il grado di residuo fisso e di minerali dell’acqua così che ogni membro della famiglia possa bere l’acqua più adatta alle sue esigenze!
Oltre a garantire a tutti i componenti della famiglia un’acqua buona e sempre disponibile, il nostro dispositivo consente di eliminare le bottiglie di plastica, materiale che può lasciare residui nell’acqua se non conservata bene.

Se li abituiamo a bere bene, i figli promuoveranno abitudini e pratiche sostenibili e consapevoli.

Potranno quindi costruirsi un futuro in serenità SOLO SE COSTRUIRANNO UN LEGAME DI RISPETTO E AMORE PER L’AMBIENTE!

Cosa aspetti?
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Le informazioni contenute in questo articolo hanno esclusivamente scopo informativo e in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento.
Le informazioni contenute in questo articolo non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.